Quale impianto di cogenerazione?

Due giorni prima di Natale, mentre tutti i fermignanesi erano impegnati ad impacchettare gli ultimi regali, è stata data una autorizzazione preliminare per il rifacimento degli impianti di riscaldamento dell’Asilo Nido Comunale e delle scuole elementari e medie dell’Istituto Comprensivo “Donato Bramante”.

Alla prima occhiata sembra tutto bellissimo: “minori costi di approvvigionamento!”, “minori emissioni inquinanti!”, “minori gas climalteranti!”, “energia rinnovabile!”. Ma noi siamo ormai abituati a guardare sotto lo strato luccicante, perciò abbiamo iniziato a porci qualche piccola domandina…

La convenzione, la cui durata sarebbe ventennale, prevede l’installazione da parte di un’azienda Sammarinese di un impianto di cogenerazione – cioè un impianto che oltre a produrre energia elettrica recupera anche il calore – alimentato con olii animali.

Questo impianto dovrebbe sostituire interamente l’attuale sistema di riscaldamento che, a quanto ci risulta, è alimentato a metano.

Analizziamo però i vantaggi esposti nella delibera di giunta in dettaglio:
Questo impianto dovrebbe sostituire una fonte di energia non rinnovabile (il metano) con una fonte di energia rinnovabile (gli olii animali).

Tuttavia possiamo supporre con una certa sicurezza che l’impianto attuale sia collegato alla rete di distribuzione del metano, mentre gli olii animali dovranno essere trasportati in loco in un qualche modo: sono stati presi in considerazione i fumi delle autobotti sia nel computo delle energie non rinnovabili che in quello dell’inquinamento prodotto?

Sempre secondo la delibera il nuovo impianto ridurrebbe l’inquinamento prodotto per il riscaldamento.
Ma oltre ai sopra citati gas di scarico delle autobotti che dovrebbero portare il carburante, gli impianti a biomasse possono potenzialmente produrre diossina – la sostanza più tossica che si possa produrre – se non viene mantenuta la giusta temperatura.

Su che base si afferma che questo nuovo generatore sarebbe meno inquinante dell’impianto a metano, considerando che il metano è tra i combustibili meno inquinanti a nostra disposizione?

Inoltre questo genere di impianto potrebbe in casi specifici essere usato con altri tipi di combustibili, trasformandosi molto facilmente in un vero e proprio inceneritore di rifiuti.

Che garanzie abbiamo che ciò non accada?

Si parla, infine, di minori costi di approvvigionamento: per tutta la durata della convenzione la ditta costruttrice cederebbe gratuitamente il calore generato.

Sarà sufficiente a scaldare gli edifici senza far ricorso al sistema di riscaldamento attuale? Cosa succederà alla fine della convenzione? E cosa succederà con l’energia elettrica prodotta? In che modo l’azienda trarrà profitto? Se tramite incentivi pubblici, quindi con soldi nostri, dove sta il risparmio?

Gli interrogativi sono tantissimi e non si esauriscono qui: dove verrebbero presi gli olii animali? Che lavorazioni devono subire gli scarti animali per essere trasformati in olii e qual’è l’impatto ambientale di questo processo? Ci saranno dei residui dalla combustione di questi olii?

Per ora abbiamo tante domande e poche risposte: noi cercheremo di approfondire e ci auguriamo che qualche consigliere comunale voglia raccogliere queste domande per cercare di avere qualche risposta dall’amministrazione.

Quando la posta in gioco è la salute dei nostri figli pensiamo sia meglio fare una domanda in più, piuttosto che una in meno.