La vera faccia della nuova Variante al PRG

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La millantata “svolta ambientalista” è in realtà una monetizzazione indiscriminata del suolo.

Il 26 febbraio 2015 il Consiglio Comunale presentava la Variante 2014 al Piano Regolatore Generale (PRG) e già il giorno dopo, strilloni e menestrelli parlavano di “svolta ambientalista” dell’amministrazione Cancellieri.
Veniva proclamata una “rivoluzione verde” con la quale l’amministrazione prevedeva più retrocessioni che nuove edificabilità e soprattutto, stralciava un’ampia area dalla zona artigianale di San Silvestro.

Tuttavia, visto che le opinioni fondate non si costruiscono sulle voci di paese ma sui documenti, siamo andati a leggere le oltre 150 pagine di Variante per vederci chiaro e quello che emerge è tutt’altro che una rivoluzione ecologica.

Preso atto della gravità dell’intervento, abbiamo ritenuto indispensabile presentare le nostre Osservazioni alla Variante al PRG (depositate il 15/05/2015), per tentare di impedire all’amministrazione di fare errori irreparabili.

Come riportato anche nella Relazione Urbanistica, la superficie territoriale complessiva dei terreni ai quali questa Variante toglie l’etichetta “edificabile” e rimette quella “agricola/verde” è più vasta di quella che, invece, da “agricola/verde” diventa “edificabile”.
Questo dato, però, è frutto di uno sterile calcolo matematico che non tiene conto delle caratteristiche dei terreni interessati dalla Variante: della loro dimensione, posizione e della loro reale utilizzabilità in termini di agricoltura.

SanSilvestroQuesto “giochetto” è evidente nella retrocessione attuata nell’area artigianale di San Silvestro e la nuova edificabilità inserita nella zona industriale di Fermignano. In sede di presentazione della Variante, l’amministrazione ha giustificato questa nuova ampia cementificazione nella zona industriale spiegando che non stavano facendo altro che spostare un’area edificabile dalla zona artigianale di San Silvestro a quella di Fermignano, nell’ottica di bloccare l’espansione a San Silvestro e sfruttare invece il polo industriale cittadino già esistente. Peccato però che, nella realtà dei fatti, quella di San Silvestro sia una “finta retrocessione”. Sulla carta quel terreno è sì tornato “agricolo”, ma per la quasi totalità è già coperto di pannelli fotovoltaici!

E’ noto che l’installazione di impianti fotovoltaici sul suolo modificano le caratteristiche organiche e biologiche del terreno, compromettendo la sua fertilità. Ciò che invece non si sa ancora con certezza è quanti anni e quanti soldi serviranno per far tornare fertile un terreno oggi coperto di pannelli fotovoltaici. E’ evidente come non c’è alcuna svolta ambientalista, non c’è alcun risparmio di suolo, ma solo una nuova area fabbricabile nella zona industriale di Fermignano e un terreno a San Silvestro che di “agricolo” ha solo il nome.

capainoMa l’intervento che spazza via ogni dubbio circa la sensibilità verso l’ambiente di questa Variante è certamente quello che interessa le zone di Ca’ La Vittoria e Ca’ Paino, che si sostanzia in una vera e propria devastazione ambientale.
Stiamo parlando delle aree che costeggiano la lunga strada pedonale che conduce al cimitero. Una strada utilizzata da tutta la popolazione perché è sicura, in quanto non trafficata dalle auto, e perché è bella, costeggiata da un paesaggio rurale che la rende l’unica all’interno del paese adatta a fare sport e lunghe passeggiate. Ed è per questo che tutta la popolazione la frequenta quotidianamente.
Non si capisce per quale motivo, quindi, l’amministrazione abbia voluto infliggere un tale schiaffo ai propri cittadini. Di quale schiaffo stiamo parlando? Nelle aree che costeggiano la strada che conduce al cimitero oggi ci sono dei bellissimi terreni agricoli: la nuova Variante li spazza via per permettere la costruzione di due lunghe schiere di edifici residenziali.
Il risultato è un enorme danno alla popolazione che viene così privata di un importante e frequentatissimo luogo di svago e aggregazione. Ma il danno è grave anche in termini urbanistici, perché questo intervento cementificherebbe uno dei più belli e importanti ingressi del paese.

osservazioniPotremmo continuare a scrivere fiumi di parole per descrivervi questa Variante demolitrice, ma ci siamo prefissi di essere brevi (qui trovate il documento integrale delle Osservazioni da noi presentate).
Un ultima cosa però vogliamo dirvela: è che ci è venuto il dubbio che questa variante tradisca addirittura la reale funzione che ha un PRG.

Il Piano Regolatore Generale (PRG) è uno strumento che regolamenta la trasformazione del territorio comunale e quindi l’attività edilizia che in esso si può compiere con il fine di progettare l’espansione e lo sviluppo di un area urbana i maniera coerente, sensata e strutturata.
La coerenza e la progettualità però non sono molto visibili in questa Variante, o per lo meno noi non riusciamo a vederla. Ci sembra piuttosto che l’unico progetto sia quello di una monetizzazione indiscriminata del suolo: cercare di gonfiare le casse comunali con le tasse sui terreni edificabili e opere di urbanizzazione.
Potrebbe anche essere solo una nostra allucinazione, dal momento che pare impossibile che un’amministrazione seria e lungimirante, consapevole del fatto che un suolo cementificato impiega quasi 5 secoli per rigenerarsi e tornare ad essere sfruttabile in agricoltura, possa operare una politica simile. Tuttavia, non si riesce ad intravedere una motivazione ad una scelta simile in coerenza con la natura di un Piano Regolatore Generale.

Il compito del PRG è quello di prevedere lo sviluppo di una popolazione, di un territorio e il suo sviluppo economico, ed in base a questi parametri dettare le linee guida per gli interventi che in esso si possono realizzare, sia dall’amministrazione per la collettività (opere pubbliche), che da parte del privato cittadino (edilizia privata).
Sotto questo aspetto la nuova Variante lascia sconcertati: in presenza di così tanti edifici (residenziali, produttivi e commerciali) vuoti, perché rimasti sfitti e invenduti, non si capisce quali previsioni di sviluppo economico e demografico abbia fatto l’amministrazione per prevedere l’inserimento di così tante nuove edificabilità. Ci aspettiamo un’invasione?

Visto il dilagare inesorabile del consumo di suolo negli ultimi decenni a Fermignano, una svolta ambientalista è necessaria.
Ma la vera svolta ambientalista si fa in altro modo: si deve riqualificare e sfruttare tutto l’esistente. Rendere prioritari la ristrutturazione e il recupero di vecchi edifici. Incentivare gli interventi che migliorino l’efficienza energetica dei vecchi edifici anche tramite sconti sulle tassazioni comunali. Incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’accessibilità ciclabile e l’uso dei servizi di trasporto pubblico.