Vecchio campo sportivo: quale futuro?

Ancora una volta Fermignano rischia di perdere un simbolo che ha fatto la sua storia.
Si tratta del Borgo Metauro, uno dei luoghi di maggiore aggregazione e coesione sociale del paese, conosciuto dai più giovani con l’appellativo di “vecchio campo sportivo”.

Il periodo d’Oro
Il suo periodo d’oro iniziò nel 1949, anno dell’inaugurazione, e finì nel 1975, quando la società sportiva si trasferì nel nuovo e più moderno Stadio Comunale.
Poi, arrivò la decadenza e l’abbandono, sempre in bilico tra la vitalità riacquistata nelle poche occasioni di feste paesane e lo sfregio di vedersi relegato ad area parcheggio nei venerdì di mercato.
Eppure il destino sembrava riservare a questo luogo una sorte migliore.

Un altro progetto era previsto
Il Piano Regolatore Generale approvato nel maggio del 2000, prevedeva la riorganizzazione dell’intera area comprensiva del vecchio campo e dell’edificio abbandonato della ex discoteca, con il fine di creare uno spazio che potesse rivitalizzare l’intera zona.
Si voleva creare un prolungamento del corso Bramante al di là del fiume, creando uno elemento conclusivo per l’intero sistema del centro storico.

Un polmone verde come prolungamento del centro storico
Nell’area dell’ex campo sportivo sarebbe dovuto sorgere un nuovo Parco Urbano che sarebbe stato il fulcro dell’intero intervento. Un parco in cui, oltre ad alcuni spazi pavimentati, erano previste ampie aree adibite a giardini in cui poter sostare e trascorrere del tempo all’aria aperta immersi nel verde.

PRG 2000
Al posto della ex discoteca, invece, sarebbe dovuta sorgere un’area parcheggio circondata da barriere vegetali e una struttura adibita ad albergo, uffici ed altre attività commerciali. Una struttura che, nonostante la dimensione considerevole di 10.000 metri cubi, era aperta su una piazza, anch’essa sistemata a giardino e adatta a ricevere il percorso pedonale proveniente dal parco.
Per quanto potesse risultare impattante, già allora, costruire un nuovo edificio di dimensioni notevoli a ridosso di una delle porte di accesso alla città, era comunque evidente l’obiettivo funzionale di questo progetto: fornire un importante servizio sociale e ricreativo alla collettività che rendesse più vivibile e a dimensione familiare, una parte così importante del paese.

Lo stato dell’area oggi
Se quell’area oggi ha un aspetto totalmente diverso dal progetto che per essa era previsto, lo si deve alle varianti apportate nel tempo dall’Amministrazione Comunale al Piano Regolatore e, in parte, alla Legge Regionale N.19 del 2010, più nota come “Piano Casa”.
Da una parte la legge ha infatti consentito l’aumento della cubatura prevista e la possibilità di costruire in deroga al rispetto delle distanze dai confini, mentre dall’altra, le varianti che nel tempo si sono susseguite hanno fatto il resto, permettendo di togliere al parco urbano la centralità dell’intervento.
Vengono così a crearsi tutte le condizioni utili a realizzare un nuova costruzione di 11.155 metri cubi a confine con il vecchio campo sportivo, il quale a sua volta perde ogni incentivo di intervento, e finisce col dover subire l’ennesima variante che ne potrebbe stravolgere definitivamente la propria funzione pubblica ed il suo utilizzo.

Quale scenario domani?
A fine dicembre 2014, è stata presentata la quattordicesima variante al Piano Regolatore Generale, che prevede una nuova edificabilità da destinare ad attività terziarie e/o servizi di 5.000 metri cubi, proprio nell’area del vecchio campo sportivo, in contiguità della struttura commerciale esistente.

Variante 2014
La domanda che ci si pone è: davvero abbiamo ancora bisogno di ulteriori strutture commerciali in una zona già abbondantemente sfruttata?
Quali saranno le ricadute su tutte quelle piccole strutture esistenti del vicino centro storico già oppresse dalla crisi economica e a breve probabilmente anche dalla concorrenza del centro commerciale in via di ultimazione?
Crediamo davvero che sia ancora sostenibile un modello di sviluppo che prevede il consumo sistematico del suolo ed il meccanismo deleterio che spinge le amministrazioni a “utilizzare” il territorio come risorsa per finanziare la spesa corrente o progetti futuri?